Sottovuoto (2007)
performance
Con il sostegno produttivo di: Associazione Il Carro di Jan
ideazione e regia: Valentina Cidda
in scena: Beniamino Brogi, Caterina Cidda, Alessio Mariottini, Mirko Sassoli, Agnese Verdelli
Musiche: Mum, Rachels, Pan-American, Timet, Tricky, Stefano Santoni
luci: Marcello Lumaca
Immobilità. Si sta nel ventre dell'ombra... assopiti... accartocciati....
I corpi premuti contro un' invisibile placenta.
Si sta in attesa di un parto imminente.
Si sta. Inconsapevoli e muti.
Tra quel sonno e il risveglio... atomi di nulla.
E il risveglio è panico del mondo, della luce che svela, dell'interezza in frantumi,
della più incosciente coscienza...
Ed ecco delinearsi figure umane in disequilibrio... come ortiche cresciute dal cemento...
La fluidità del gesto si spezza e singhiozza sul fondo di un lento smarrimento, reiterato come
un' eco...
Figure umane che oscillano... individualità separate e non comunicanti eppure unite da un abisso denso e avvolgente che culla... e a tratti pare quasi amorevole...
Si è fuori dalla coscienza assorbiti da un assenza inesorabilmente presente che usurpa lo spazio
A poco a poco ogni singola individualità tenterà la propria via di uscita verso un mondo "esterno" a cui si grida la propria fragile volontà di "essere"... ma... inutilmente.
Non v'è sbocco esterno al Sé... non v'è varco.
...la fuga qui si dichiara possibile soltanto invertendo la direzione dall'esterno all'interno... essa si trasforma quindi in una sorta di sbandamento dell'anima espresso visibilmente da una rottura ideale dei corpi e da una sorta di nudità psichica... i gesti restano sospesi... deposti come gusci vuoti... i corpi denunciano vuoto esistenziale, bisogno, mancanza...nel rimando alle traiettorie del loro singolo peso. L'esplosione chiama a sé l'implosione... e una nuova placenta invisibile che incombe... che culla... che addormenta... il tutto all'interno di un orizzonte che potrebbe occupare l'arco di una giornata o la durata di un sogno... indistintamente.